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Stotie di vita vera
Affetto
Betta (martedì 4 giugno 2013) Categoria: Affetto
Stotie di vita vera
Come scrivevo ieri da quando lavoro in gioielleria mi è capitato in breve tempo di incontrare nuovamente persone che non vedevo da anni, ma anche di conoscere tantissime persone di ogni età (che a volte rivedi, a volte non tornano più) con cui, quando è possibile, si riesce a scambiare qualche chiacchiera: è uno dei risvolti più piacevoli ed intriganti di questo nuovo lavoro. Ad esserne capace (e io temo proprio di non esserlo) uno scrittore potrebbe trarre valanghe spunti dalle vicende umane che si incrociano lavorando in un negozio.
Oggi ho avuto modo di incrociare una storia commovente, che non è uscita da un libro di fiabe ma dai risvolti dolci, amari (ma anche atroci) della vita. Una ragazzina di 13 anni, con un bellissimo sorriso dolce e qualche lentiggine sul nasino è venuta a farsi bucare le orecchie, accompagnata dal papà.
Ho già scritto che la foratura dei lobi di una ragazzina è sempre un momento importante, a suo modo emozionante e memorabile. Ogni volta sento l'onore e la responsabilità di fare in modo che, nonostante l'inevitabile dolorino, ne resti un bel ricordo.
Di solito sono le mamme che accompagnano le figlie in questo fatidico passo, condividendone le emozioni. I papà possono anche esserci, ma sono un'optional: ho capito che il foro ai lobi è come un'antica tradizione che si tramanda da madre a figlia, nel vero senso della parola.
Questa volta invece c'era solo un papà, perché questa ragazzina ha perso la mamma quando aveva soltanto 7 anni. Ma desiderava tanto potersi mettere gli orecchini che ricorda di aver sempre visto ai lobi della mamma, sentendosi ormai abbastanza grande. E ha chiesto al padre di accompagnarla da noi in gioielleria.
Mi ha fatto vedere la foto di lei bambina assieme alla sua mamma (le assomiglia tantissimo, specialmente adesso che è cresciuta) e ha portato con sé anche i piccoli orecchini a cerchietto d'oro giallo che desidera potersi mettere appena sarà possibile sostituire le due palline che le ho applicato per farle i buchi. A me son venuti gli occhi lucidi ma ho trattenuto le lacrime. Il suo papà no, non è riuscito a trattenerle. Era commosso e mi ha fatto una grandissima tenerezza.
Sono stati attimi di emozione profonda.
Sarà bello ed emozionante aiutare questa ragazzina a cambiare gli orecchini per poter mettere i piccoli cerchietti della sua mamma. Siamo già d'accordo che, trascorso il tempo canonico di guarigione, verrà da noi in negozio e l'aiuterò io a mettere quegli orecchini bellissimi: così semplici ma così ricchi di valore affettivo.
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Francesco (martedì 4 giugno 2013)
Dolce e melanconica storia di vita vissuta e bello il modo con cui (ma è il tuo modo di essere) sei riuscita a rapportarti co Lei ed il suo papà.
Monica (mercoledì 5 giugno 2013)
Che storia, io mi sarei inondata di lacrime! Giuro, sono sensibilissima a queste cose, non sembra ma è così. Betta, scrivi su un quaderno queste vicissitudini. Un giorno le racconterai ai tuoi bambini. E dopo ai tuoi nipoti. Buona ricostruzione per oggi!
maria grazia (Anonimo) (mercoledì 5 giugno 2013)
@Betta: l'episodio è commuovente ma lo è anche la delicatezza con cui lo racconti. Solo un appunto: credo che tu sia piuttosto giovane perchè è vero che per le fanciulle di oggi la foratura dei lobi è tornata ad essere un "rito di passaggio" che si tramanda di madre in figlia, ma nella seconda metà del Novecento e almeno fino ai primi anni Ottanta i fori alle orecchie erano andati piuttosto in disuso o confinati a determinati contesti locali (es. nel Sud d'Italia, Triveneto rurale) e ceti meno acculturati. La moda vedeva grandi orecchini a clip (senza foro) di bigiotteria molto colorata.
Con mia madre ho dovuto lottare per affermare la mia decisione a farmi bucare le orecchie da adolescente negli anni Ottanta poichè lei era decisamente contraria e la considerava "barbarie tribale" mentre per me e le mie coetanee i lobi forati anche due, tre, quattro volte (roba mai vista prima) erano il trend assoluto del momento. Il punto di svolta è stato la diffusione anche in Italia della pistola fora-lobo che ha invogliato tante ragazze a riscoprire gli orecchini da inserire nei lobi forati così come facevano le loro nonne e bisnonne.
Da studiosa di antropologia culturale la passione sfrenata per gli orecchini mi ha poi portata ad occuparmi della perforazione dei lobi come rito di passaggio dalla fanciullezza alla femminilità (e non solo).
Grazie per questa bellissima testimonianza.
verdemare (mercoledì 5 giugno 2013)
storia bellissima e stai sicura che per la bambina sarà un ricordo indimenticabile perchè finalmente ha indossato un ricordo si sua madre e quello resterà sempre tatuato nel cuore....
Betta (mercoledì 5 giugno 2013)
Bella l'idea di scrivere su un quaderno le vicissitudini del negozio... per ora il mio "quaderno telematico" sono i pensieri che scrivo su Esternando, ma ovviamente vi racconto un centesimo delle storie che, almeno per me stessa, varrebbe la pena di ricordare anche solo con un pensierino.
Monica, anche io mi sarei inondata di lacrime se non avessi fatto lo sforzo di trattenermi, per pudore, davanti a due persone che incontravo per la prima volta ma che mi sono subito entrate nel cuore. Per discrezione ho fatto finta di non accorgermi delle lacrime di quell'uomo ancora giovane: non saprei se era più commosso vedendo la sua bambina che cresce e si fa ragazzina o ricordando la moglie che non c'è più ma è sempre nel loro cuore.
Oggi ho saputo dai miei datori di lavoro quella mamma è morta davanti agli occhi del marito in un incidente in montagna.
A giudicare dall'abbigliamento della ragazzina (t-shirt, jeans corti, scarpe da ginnastica) direi che ha ereditato dalla mamma il temperamento sportivo. Sono stata felice di averle regalato un bel momento, da ricordare, vedendola sorridere soddisfatta quando si è guardata allo specchio coi primi orecchini, e poi verso il papà per ricevere la sua approvazione.

Maria Grazia, benvenuta!
Interessante quello che hai scritto e anche i tuoi studi (suppongo universitari). Devi sapere che noi siamo gente di provincia, e ho una mamma che viene da una famiglia di origini contadine. Lei si fece bucare le orecchie da ragazzina (col sistema doloroso e rudimentale dell'epoca: ago, filo di seta e tappo di sughero dietro al lobo) perché così era tradizione in paese, anche se la città seguiva mode più "evolute". Ma pare che la moda di questi ultimi decenni abbia invece dato ragione alle tradizioni più "campagnole" ;-)
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